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Attività di Cava

Estrazione del marmo: una storia antica

I marmi delle Alpi Apuane sono il materiale lapideo più conosciuto al mondo e si suddividono 5 gruppi principali: marmi bianchi, marmi brecciati, marmi grigi e venati, marmi cipollini e marmi storici.

 

L’inizio dell’escavazione del marmo apuano risale all’epoca romana, anche se alcune tracce lasciano immaginare periodi di interesse etrusco per manufatti funerari. Una delle prime attività di escavazione intensiva risale al I secolo a.C., quando a Roma ci fu un notevole incremento della produzione di marmo estratto nelle cave di fondovalle del carrarese. 

 

Negli anni del 900 tutte le fasi dell’attività estrattiva erano accuratamente programmate e pianificate: il materiale estratto subiva una prima lavorazione direttamente in cava, mentre i detriti di scarto erano adoperati per costruire le case dei cavatori o le vie di lizza, strade di cava per far scendere a valle i blocchi di marmo. 

 

Le tecniche di escavazione sfruttavano le fratture e i difetti del marmo, utilizzando martelli e scalpelli esclusivamente con la forza delle braccia. Venivano eseguiti nella roccia tagli a trincea, che venivano successivamente allargati per mezzo di cunei di ferro o legno continuamente bagnati per far rigonfiare il legno e favorire il distacco del blocco. 


Le tecniche di escavazione rimasero artigianali fino all’introduzione dell’esplosivo nel 1800 che, da un lato velocizzò i tempi di lavoro, ma dall’altro creò notevoli danni, producendo un'enorme quantità di detriti e dando così inizio allo sviluppo dei ravaneti (accumuli di materiale lapidei stoccati sui pendii di cava).

utensile estrazione del marmo in galleria a Cava Valsora
cava Valsora estrazione del marmo in galleria

Come avviene l’estrazione del marmo oggi

Cava Valsora è stata lavorata fin da metà del secolo scorso con una coltivazione a pozzo ossia una sorta di buco dal quale, con l’utilizzo di potenti gru meccaniche, veniva estratto il marmo. Nel tempo il “pozzo” si è aperto frontalmente e oggi abbiamo un anfiteatro di cava dove si trova il noto biolago.

Dal 2016 la sfida di Cava Valsora è stata quella di riuscire a coniugare sviluppo industriale e salvaguardia paesaggistica e ambientale del luogo e delle specie protette: nasce così il progetto Symbiosis.
mezzi di cava nel piazzale a cava valsora
Oggi l’odierna tecnica di coltivazione prevede un cantiere in galleria che utilizza una moderna macchina su cingoli segatrice a catena, la quale opera quasi completamente a secco, cioè senza produrre un residuo palabile (detto marmettola), ma producendo un residuo secco scaglioso raccolto con una macchina aspiratrice e insaccatrice nel pieno rispetto dell’ambiente.
Gli scavi per l’estrazione del marmo oggi avvengono in sotterranea, con lo scopo di preservare il paesaggio delle Alpi Apuane.

Il piazzale di cava e la galleria, con i pavimenti sigillati di materiale espansibile per evitare infiltrazioni di acque in sottosuolo, vengono mantenuti puliti e la presenza di vasche di raccolta della acque assicura una corretta gestione del cantiere operativo.

Infine, il materiale lavorato nelle varie pezzature viene avviato a valle, presso la filiera produttiva dello stabilimento Angeloni, nella zona industriale di Massa.
piazzale di cava valsorablocchi di marmo di cava valsora
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